Salve a tutti, è da un pò di tempo che mi porto dietro la voglia di scrivere un pensiero su questa piccola cosa. Oggi, però ho letto che in Australia (vedi qui) hanno approvato una Carbon Tax, cioè una tassa con una cifra fissa per ogni tonnellata di CO2 prodotta. Anche se in Europa esiste già una tassa del genere penso che sia quella Australia che l’Europea pecchino di troppa modestia. Mi spiego meglio. A mio modestissimo avviso, il sistema di pagamento di 9 euro o 23 dollari australiani da far pagare alle grandi industrie per la produzione di CO2 è limitativa e poco proficua per lo Stato. Personalmente proporrei una tassa di 0,10 € per tonnellata prodotta, ma da applicare a qualsiasi prodotto o servizio che si scambia oggi sul mercato. Faccio un esempio: il chilo di pasta comprato al supermercato, è stato trasportato fino al supermercato, ebbene, da dove è stato trasportato? Con che mezzo? Quanti chilometri ha percorso? Che materiale viene usato per il confezionamento? E questo materiale per essere prodotto, quanta CO2 immette nell’aria, ecc… ecc… fino a calcolare ogni singolo passaggio. Il sistema in uso oggi non tiene in considerazione i vari passaggi che vengono effettuati dopo la produzione di un bene, cioè il trasporto, lo stoccaggio, la vendita. Col sistema a “passaggi” si paga invece in base alla distanza di approvvigionamento del bene o del servizio, incentivando in questo modo la produzione di prodotti e servizi in loco. Questo vale sia per il settore alimentare che per gli altri settori. E’ ovvio e naturale che il balzello vada a sostituirsi alle odierne accise sui carburanti (non avrebbe senso mantenerle) e il ricavato totale della tassa dovrebbe essere destinato alla formazione di un conto, che finanzi le imprese impegnate nella riduzione della CO2, ad esempio il trasporto su rete ferroviaria o navale, la produzione di imballaggi da materiale riciclato, il telelavoro ecc…
In grandi linee penso di aver detto tutto!
Carpe Diem!